Michele Cristoforetti – Muoviti (Stivo Records, 2016)






di M.L. - Imboccare una strada conosciuta oltre ad essere comodo ti da quella sensazione di relax rispetto al percorrere una strada magari nuova ma meno battuta, che non si sa mai dove e a cosa può portare.

Quindi non è da biasimare chi decide, musicalmente parlando in questo caso, di percorrere vie abbastanza familiari. E' il caso di Michele Cristoforetti, che a qualcuno farà subito venire in mente l'astronauta che ci hanno propinato in tutte le salse qualche tempo fa. Invece Cristoforetti è un musicista, di quelli che hanno passato anni a fare gavetta suonando e cantando canzoni di altri. Canzoni per lo più rock; e l'anima rock si avverte, tra le righe, nel disco Muoviti

Un lavoro che pesca a piene mani da un genere molto italiano, tra melodia classica e canzone popolare, di facile approccio, che non estrae conigli dal cilindro ma che ha il sapore netto della sincerità. Michele Cristoforetti mette in questo album tutta la propria esperienza e il suo essere. Per questo motivo Muoviti, pur non regalando guizzi di imprevedibilità e pur suonando, in alcuni momenti, come un qualsiasi disco italiano (in classifica) uscito negli ultimi tempi, è un lavoro che ha una anima e che rispecchia il background dell'autore. 

La melodia in Muoviti non è mai forzata e mai del tutto protagonista. Tra i brani che spiccano rispetto ad altri, dal punto di vista complessivo, ci sono Muoviti, Sigaro Cubano (con un featuring di eccezione come Maurizio Solieri). Meno incisive le cover di De Gregori e Bertoli, che pur essendo tecnicamente perfette, non emozionano come le originali.




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