Charlie – Ruins of Memories (Autoprodotto, 2016)










di Sisco Montalto - D’Italia c'è ben poco nell'album d'esordio di Charlie (Carlotta Risso)  - Ruins of Memories - Così come c'è quasi nulla di Genova, sua città natale.



C'è invece l'America, quella profonda, vista solo in qualche film e molto immaginata da chi è da sempre affascinato dal sogno americano. Sonorità folk country, molto riconoscibili, legate a doppio filo ad una America sincera e non idealizzata. 

Il viaggio di Charlie parte proprio da quelle sonorità che sono probabilmente l'accompagnamento ideale ad una malinconia e intimità che i brani di Ruins of Memories ci raccontano. 
Un album lento, che si prende tutto il tempo, per riuscire al meglio ad esternare la sensazione di libertà e di spazi ma anche di immagini e sfumature, che ogni singolo brano trasmette. 

Ruins of Memories non vuole stupire ma vuole mettere a proprio agio chi ha la voglia e l’intelligenza di lasciarsi rapire dalle atmosfere d'altri tempi, sbiadite e ingiallite dal tempo, di ogni singola canzone. Sembra di ascoltare,  in molti momenti, il conturbante fascino di Grace Slick: Rosemary, Ash and Arrow, I'd Be Glad, sono il simbolo di un lavoro che riesce delicatamente a unire sonorità più datate a quelle più moderne, di un indie rock spesso inconsistente che con Charlie diventa sostanza. 

Ruins of Memories è un album che trasmette tutta la propria bellezza, pescando dal passato, facendolo con cuore e passione, con la semplicità di chi trova in certi suoni la propria dimensione ideale.





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