Live Report - Notwist (Hiroshima Mon Amour, Torino, 9 Aprile 2017)







di S. M. - I Notwist sono sicuramente una delle realtà più entusiasmanti nella musica degli ultimi anni. Gli istrionici tedeschi hanno nel dna la sperimentazione e la voglia di non crearsi limiti sonori.

Da questa loro voglia sono usciti fuori album dall'esasperata quanto ammaliante tendenza alla manipolazione dei suoni e dei generi. Naturale che la mia prima curiosità fosse capire come la band di Weilheim riuscisse a riportare live, in maniera fedele, l'anima dei loro dischi…
Ancora una volta noto come il locale, l’Hiroshima Mon Amour - che ospita l’ultima delle cinque tappe dei Notwist in Italia - si riempie in sordina, senza nessun tipo di stress. Sarà l'abitudine a certe band…

L’ora  X scatta quasi timidamente, in un crescendo che per (più o meno) una ora e mezza sembra non arrivare mai al culmine. La band dei fratelli Acher comincia il proprio percorso fatto di un groviglio di suoni che il più delle volte creano atmosfere rarefatte, impalpabili: Signal, Run, Run, Run, la sempre verde Consequence o Neon Golden e One with the Freaks, sono perfette nella loro esecuzione e nella capacità di creare una energia con il pubblico, che viene lentamente ma letteralmente invaso dalle onde sonore di un collettivo che sul palco diventa un'unica cosa.

I Notwist sono apparsi ispirati, vogliosi di stupire ancora nonostante non ci fosse lo slancio tipico di un nuovo disco uscito, se non il primo album live  - Superheroes, Ghostvillains & Stuff - dei tedeschi.
Alla fine delle serata si rimane letteralmente rapiti dal viaggio che i Notwist hanno regalato con invidiabile naturalezza.















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