di Aldo Sabillico - Luca Bash è un veterano della musica e della vita. E come spesso accade queste due cose si sono fuse diventando tutt'uno e influenzandosi a vicenda. Dopo vari progetti Luca Bash arriva ad un nuovo disco, Oltre le Quinte.
Forse la chiusura di un cerchio, un omaggio all'amicizia, a chi c'è stato fino adesso e ci sarà sempre per lui. Quegli amici (musicisti) che lo hanno anche aiutato a realizzare questo lavoro. Oltre le Quinte diventa un collage di anime e di attitudini che rispecchiano sicuramente i singoli autori dei brani ma che, per forza di cose, non riescono a legarsi tra loro. L'album infatti continua per tutto il tempo a creare una sorta di precario equilibrio che alla fine lascia senza punti di riferimento. Potrebbe sembrare quindi un lavoro di puro istinto quello di Luca Bash e in questo senso l'album potrebbe avere una lettura più caratterizzante.
Alla fine, quello che esce fuori nettamente da Oltre le Quinte è la bravura compositiva di un musicista che sa scrivere testi semplici ma profondi, arrangiati con quella bravura tipica di chi la musica la mastica e non cerca orpelli particolari.
Un disco sincero, quello di Luca Bash, che in punta di piedi racconta uno spaccato di vita nel modo più pop e tradizionale possibile. Musica leggera a farla da padrone e sentori di polveroso blues in lontananza che lasciano curiosi.
Probabilmente la versione inglese di Oltre le Quinte (Keys of Mine) ha quel quid in più che nella versione italiana alla fine sembra mancare.
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