The Straphon - Walls (Autoproduzione, 2017)






di Sisco Montalto - La musica sotterranea, quella che si fa fatica a trovare nel frastagliato mondo del web, è sempre stata prerogativa di Clap, perché poi per un progetto che riesce a trovare la ribalta ce ne sono dieci che magari rimangono, anche spesso volutamente, in una nicchia e che meriterebbero maggiore attenzione.

Probabilmente questo è il caso degli Straphon, band di Sulmona, conosciuta per caso e che  da subito ha attirato la mia attenzione attraverso un sound dichiaratamente nineties. Il loro ultimo ep si chiama Walls, ed è un fulmineo concentrato di alternative rock dalle sfumature grunge, a tratti decadenti. 
Walls si presenta con grande compattezza, prova di una attitudine rock che la band esterna con naturalezza e consapevolezza. Ritmi serrati che tengono sempre altro il livello di empatia. C'è anche una sorta di raffinatezza che da profondità ai brani e mitiga la tendenza a sonorità più grezze.

Una nota che da carattere alle quattro tracce è sicuramente la voce femminile di Ludovica Mezzadri, che catapulta immediatamente nella America rock al femminile, tra Hole e una sfrenata Juliette Lewis.
Una bella prova quella degli Straphon, che lasciano certamente la curiosità di ascoltarli alle prese con un album di più pezzi.




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