di Sisco Montalto - La musica sotterranea, quella che si fa fatica a trovare nel frastagliato mondo del web, è sempre stata prerogativa di Clap, perché poi per un progetto che riesce a trovare la ribalta ce ne sono dieci che magari rimangono, anche spesso volutamente, in una nicchia e che meriterebbero maggiore attenzione.
Probabilmente questo è il caso degli Straphon, band di Sulmona, conosciuta per caso e che da subito ha attirato la mia attenzione attraverso un sound dichiaratamente nineties. Il loro ultimo ep si chiama Walls, ed è un fulmineo concentrato di alternative rock dalle sfumature grunge, a tratti decadenti.
Walls si presenta con grande compattezza, prova di una attitudine rock che la band esterna con naturalezza e consapevolezza. Ritmi serrati che tengono sempre altro il livello di empatia. C'è anche una sorta di raffinatezza che da profondità ai brani e mitiga la tendenza a sonorità più grezze.
Una nota che da carattere alle quattro tracce è sicuramente la voce femminile di Ludovica Mezzadri, che catapulta immediatamente nella America rock al femminile, tra Hole e una sfrenata Juliette Lewis.
Una bella prova quella degli Straphon, che lasciano certamente la curiosità di ascoltarli alle prese con un album di più pezzi.
Una nota che da carattere alle quattro tracce è sicuramente la voce femminile di Ludovica Mezzadri, che catapulta immediatamente nella America rock al femminile, tra Hole e una sfrenata Juliette Lewis.
Una bella prova quella degli Straphon, che lasciano certamente la curiosità di ascoltarli alle prese con un album di più pezzi.
♫♫♫♫♫♫♫♫♫♫
Commenti
Posta un commento