Horus Black - Simply (Sonic Factory, Maggio 2018)








di M. L. - Credevo fosse  partito accidentalmente un brano su Youtube degli anni 50,  di quei nomi meno conosciuti dal timbro profondo alla Elvis (o quasi) e dalle melodie accattivanti. 

E invece mi accorgo che sto ascoltando Horus Black e il suo disco d’esordio Simply. Confuso ma felice delle premesse mi immergo nelle altre tracce, facendo un triplo salto all’indietro nel tempo. Gli anni 50, il rockabilly, quelle atmosfere piene di brillantina e lacca non sono mai state così palpabili. Il merito è tutto del giovanissimo Riccardo Sechi.

 Il suo disco è un concentrato di sano rock’n’ roll  pieno di adrenalina e polvere che non ti da un attimo di tregua. Le citazioni più o meno volontarie sono tantissime ma quello che caratterizza ogni momento del disco è la semplicità e la personalità di un ventenne che canta come Elvis e si atteggia come Sinatra, col ciuffo alla Bobby Solo, l’energia di Jerry Lee Lewis e la spocchia degli Artic Monkeys. Simply è un lavoro perfetto, che centra l’obiettivo si essere tremendamente old style ma luccicante e fresco da travolgerti. 

Certo, ci vuole sempre un tocco di classe nell’apprezzare un disco come Simply, coraggioso e sfacciato, non una mera operazione revival quella di Horus Black, ma un  esempio di come ci sia ancora qualcuno che tiene alto il nome della musica autentica e intramontabile. 



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